SANIFICAZIONE CHIMICA - Cleanser

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La pulizia e la sanificazione degli ambienti sono, adesso più che mai, un requisito fondamentale per quanti hanno un’attività e vogliono aprirla al pubblico non appena possibile. Tutte le operazioni di pulizia devono essere condotte da personale che indossa dispositivi di protezione individuale (DPI), da smaltire dopo l’uso.
Ci sono diversi metodi per sanificare gli ambienti. Ecco i principali.

1. Aerosol a bese di ipoclorito di sodio, sali di ammonio o altri disinfettanti come da istruzioni I.S.S. protocollo Anti-Covid-19

In questo caso le e squadre di pulizia utilizzano una soluzione diluita di ipoclorito di sodio, sali quaternari di ammonio, prodotti a base alcolica o altro distribuita grazie ad un atomizzatore o ad altra tipologia di macchinario. L’obiettivo di questo aerosol spruzzato in aria e sulle superfici è quello di depositarsi e uccidere i patogeni presenti, compreso il coronavirus. L’azione disinfettante punta a distruggere il guscio esterno lipidico del virus.

2. Sanificazione con l’ozono

Uno dei metodi più comuni per la sanificazione prevede l’uso dell’ozono. Si tratta di una procedura per sanificare ambienti che oltre all’uso di ozono include anche l’utilizzo di un pulitore a vapore secco/saturo: questi due elementi, operando in sinergia, garantiscono il risultato migliore possibile con il minore impatto ambientale possibile dato che l’ozono, la cui molecola è formata da tre atomi di ossigeno, si scinde naturalmente nel giro di pochi minuti dall’avvenuta sanificazione.
La sanificazione in caso di positività
Nel caso di presenza di una persona positiva al Covid-19 in azienda o in un ufficio, il protocollo per la sanificazione degli ambienti impone di attenersi alle disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del ministero della Salute.
I luoghi e le aree potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0.1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro.
Durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, assicurare la ventilazione degli ambienti. Tutte le operazioni di pulizia devono essere condotte da personale che indossa DPI (dispositivi di protezione) e seguire le misure indicate per la rimozione in sicurezza dei DPI (svestizione). Dopo l’uso, i DPI monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto; quelli riutilizzabili vanno invece sanificati.
Vanno pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri, porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari. La biancheria da letto, le tende e altri materiali di tessuto devono essere sottoposti a un ciclo di lavaggio con acqua calda a 90°C e detergente. Qualora non sia possibile il lavaggio a 90°C per le caratteristiche del tessuto, addizionare il ciclo di lavaggio con candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio.

Affidare questo genere di attività ad una ditta specializzata fa risparmiare tempo e la spesa è ben ripagata. Un’impresa di pulizie professionale, infatti, è in grado di garantire risultati eccellenti, anche perché dotata di attrezzature adeguate e prodotti di detersione professionali ed efficaci.
Inoltre, l'imprese di pulizia  rilasciano una certificazione al termine dell’intervento utile a dimostrare di aver effettuato un intervento a regola d’arte. Oltre ad essere garanzia di serietà, serve per conservare una traccia dell’intervento in caso di controllo o monitoraggio.
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